Quando ho scritto Gli occhi invisibili del destino (Golem edizioni), ho dato spazio alle mie passioni, al cinema soprattutto, tant’è che ho cosparso il romanzo di echi filmici.

C’è molto della poetica di Miyazaki ad esempio, e la parte thriller è un po’ alla Dan Brown per intenderci.

Tuttavia, all’inizio della storia c’è un passaggio che evoca proprio Biancaneve della Disney, o meglio la mela avvelenata che la regina Grimilde, tramutata in vecchietta, offre alla povera Biancaneve.

La trama

Eilis Rush ha occhi molto particolari: verdi, striati di grigio, giallo e blu notte, ma soprattutto nascondono un segreto. Lei è una giovane studentessa diciassettenne che, dopo un incidente automobilistico, dove i suoi genitori hanno perso la vita, dall’America è venuta a vivere a Roma.

Va a stare da sua zia Clara che gestisce il negozio esoterico “Filincanto”. Eilis ha un’amnesia parziale a causa del trauma subito e non riesce a ricordare molti dettagli del suo passato, in compenso ha strane e inquietanti percezioni, così sua zia la porta da uno psichiatra.

In sala d’attesa, Eilis legge su un giornale che a piazza Barberini, nella fontana del Tritone, è stato rinvenuto il cadavere di una donna.

Inizia così una strana e straordinaria avventura che la vede collaborare con Luca Marra, giovane poliziotto, per scoprire cosa si cela dietro una misteriosa serie di delitti dalle connotazioni esoteriche e, al tempo stesso, conoscere la verità sulla propria storia, sulla morte dei suoi genitori, sulle sue strane visioni e, magari, incontrare l’amore. Quello vero.

La citazione

Sospirò e afferrò la maniglia. Finalmente, era pronta per uscire. La porta della sua camera si aprì con delicatezza emettendo un lieve cigolio. Nel corridoio notò una piccola pianta di ficus con le foglie molli che ricadevano verso il pavimento. Erano come le orecchie di un cane bastonato. Andò in cucina, dove prese una mela rossa lucente e inevitabilmente
si ricordò della fiaba di Biancaneve.
«Invece di mangiarla, dovrei conservarla e tirarla in testa a qualcuno, come nell’antica Grecia, dove lanciare una mela equivaleva a una dichiarazione d’amore. Magari in futuro mi servirà, ma al momento ho fame. Non si discute. La mordo e basta» blaterò ad alta voce.
Un morso deciso e il succo le colò dall’angolo destro della bocca.

La ricetta della mela stregata

Da qui l’idea, oggi, di omaggiarvi con la ricetta della mela stregata, che trovate qui sotto.

Ingredienti

  • 4 mele rosse di medie dimensioni
  • 4 stecchi di legno

Sciroppo

  • 260 g di zucchero semolato
  • 140 g di acqua
  • 1 chiodo di garofano
  • 1 cucchiaio di miele di acacia
  • Colorante rosso alimentare

Preparazione

Lavate le mele e infilzatele con uno stecco di legno alla base del picciolo.

Preparate lo sciroppo. Sciogliete gli ingredienti e portate a 150 gradi.

Togliete i chiedi di garofano.

Immergerete nello sciroppo le mele una a una.

Appoggiatele su un foglio di carta forno e fate raffreddare.