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Tipi di mascherine: ecco quali sono

Da circa un anno ad oggi, le mascherine sono diventate parte della nostra vita quotidiana. Infatti, da quando è scoppiata la pandemia globale di Covid-19, questa protezione per il visto è diventata un alleato imprescindibile per la protezione di noi stessi e di chi ci circonda. Ma le mascherine monouso esistevano già da tempo, usate in situazioni lavorative e ambientali particolarmente difficili.

E non solo: in base alla pericolosità delle circostanze, esistono diversi tipi di mascherine, ognuna studiata per garantire un certo tipo di protezione. Proprio per questo è fondamentale conoscere le tipologie in commercio di questi dispositivi, così da poter acquistare quello più adatto alle nostre esigenze.

Bisogna fare molta attenzione quando si acquistano delle mascherine protettive. Le uniche che offrono un vero grado di protezione sono quelle che posseggono la regolare marcatura CE. Si tratta della certificazione data dalla normativa europea UNI EN 149, quella che regola il settore dei dispositivi di protezione individuale. La stessa normativa stabilisce anche la classifica, la quale divide questi accessori in mascherine FFP1 e mascherine FFP2 e FFP3.

In questa classificazione, la siglia FF sta per semimaschera Filtrante, mentre il numero indica il tipo di grado di protezione di cui il dispositivo è capace, ovvero il livello in cui scherma le sostanze e le particelle nocive. Normalmente tutte le mascherine sono monouso, vanno indossate per un certo numero di ore e poi gettate, rispettando le regole di sicurezza per lo smaltimento dei rifiuti speciali.

FFP1, le mascherine con un’efficienza bassa

Sono quelle mascherine che hanno il livello più basso di protezione, con una capacità filtrante di circa il 78%. Proprio per questo, sono adatte a situazioni non eccessivamente pericolose o tossiche, e offrono una barriera utile ma non ideale a proteggersi da un eventuale contagio virale. Questo perché, che siano con valvola o senza, hanno una forma che non permette di aderire perfettamente al viso, lasciando quindi spazio ai batteri di potersi intrufolare.

A causa del loro diffuso uso in ambito medico, spesso le ffp1 sono definite mascherine chirurgiche, e sono quelle più comuni anche per il loro costo ridotto rispetto a quello delle altre tipologie. Rientrano in questo ambito anche le mascherine in tessuto, che però per essere efficaci necessitano di una tasca interna in cui inserire un filtro assorbente. Solo una mascherina con filtro, infatti, è in grado di fornire protezione.

FFP2, livello di protezione quasi eccellente

Si tratta delle mascherine con un altissimo livello di filtraggio, che sfiora il 92%, sia con valvola che senza valvola. Sono dispositivi studiati proprio per le situazioni critiche, adatte alla protezione da particelle fini e tossiche, ma anche da virus e altre patologie virali. Anche se sono le mascherine più protettive, valgono sempre le stesse regole: vanno usate solo per il tempo consentito e poi sostituite, altrimenti perdono la loro efficacia.

FFP3: sono davvero le più efficienti?

A livello di potenza filtrante, le ffp3 sono quelle con la capacità più alta pari al 98%, una cifra che le rende la classe più elevata di protezione delle vie respiratorie. Al contrario delle altre categorie, le ffp3 per essere efficaci devono necessariamente essere dotate di una valvola, che permetta di evitare la condensa nel dispositivo e di rendere la respirazione più facile. Questo perché si tratta di dispositivi molto più spessi, in grado di proteggere da agenti critici come piombo, amianto o sostanze radioattive, oltre che da agenti virali a trasmissione respiratoria. La risposta quindi è sì, le ffp3 sono le mascherine più protettive, sempre a patto che si rispettino le regole di utilizzo.

 

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