Quando si tratta di cambiare casa, spesso si fa una grande confusione riguardo ai termini che definiscono il luogo dove abitiamo. I Dpcm che ci hanno accompagnati nell’ultimo anno, poi, hanno reso ancora più importante capire che differenza c’è tra i termini abitazione, residenza e domicilio. Andiamo a capire insieme le tre espressioni, spesso usate come sinonimi ma che in realtà hanno significati ben diversi tra di loro.

Differenza tra residenza e domicilio: ecco qual è

Sono soprattutto i termini residenza e domicilio a portare una grande confusione, su cui andiamo a fare chiarezza. Secondo la definizione ufficiale, per residenza s’intende giuridicamente quel luogo in cui la persona ha la dimora abituale. La residenza risulta dai registri anagrafici ed è quindi conoscibile in modo preciso e verificabile in ogni momento. Secondo quanto riporta l’articolo 43 del Codice Civile, invece, il domicilio è identificato giuridicamente come luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi.

In parole povere, questo vuol dire che la residenza corrisponde al luogo in cui una persona abita, il domicilio è invece quel luogo dove ci si stabilisce, anche da un punto di vista fiscale. Dove, insomma, una persona ha la sua attività economica. Proprio per questo motivo, il domicilio può essere anche diverso dalla propria residenza. Una persona, infatti, può decidere di risiedere da una parte e di ricevere le comunicazioni economiche a un’altra, magari direttamente sul luogo di lavoro. Il dato più importante da tenere conto, quando una persona si trasferisce, è quindi la residenza. Infatti, quando si cambia casa, si deve dichiarare al comune il cambio di residenza, e si verrà sottoposti a un controllo entro 45 giorni per verificare che effettivamente la persona si trovi nell’immobile.

Che cosa s’intende con abitazione?

Il termine abitazione ha un discorso a parte rispetto a residenza e domicilio, perché non ha una precisa definizione giuridica. In generale, si intende abitazione o dimora quel luogo dove si vive e dove vengono soddisfatti i propri interessi personali. Si tratta del luogo, insomma, dove si abita di fatto con una certa continuità e stabilità, oppure con abituale periodicità e frequenza. La dimora, quindi, non deve necessariamente corrispondere con residenza e domicilio, ma può essere un ambiente diverso dove l’individuo abita stabilmente per un periodo prolungato. Questo esclude le case vacanze, come hanno specificato anche i Dpcm per indicare le regole di spostamento. Un esempio concreto di abitazione è fornito, per esempio, dallo studente fuori sede. Nel suo caso, la residenza sarà a casa dei suoi genitori, ma abitualmente vivrà in una casa diversa per motivi di studio: la casa che ha in affitto, quindi, sarà la sua abitazione.