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Mostra dedicata a Enzo Mari a Milano, fino al 18 aprile 2021

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Mostra dedicata a Enzo Mari

Alla Triennale di Milano fino al 19 aprile 2021 sarà esposta la mostra curata da Hans Ulrich Obrist e Francesca Giacomelli dedicata al designer Enzo Mari. Uno dei più importanti progettisti, critici e teorici del nostro tempo. Saranno presenti modelli, disegni e materiali inediti provenienti dall’Archivio Mari, di recente donato al CASVA di Milano. Una bella occasione per approfondire la figura di Mari nella sua città.

Orari di apertura

Dal martedì al venerdì dalle 11:00 alle 20:00 con ultimo ingresso alle ore 19:00

Costo del biglietto

Intero: 10 euro

Ridotto: 8,50 euro

Biglietto unico per tutte le mostre di Triennale: 15 euro 

Mirabilia: ingresso gratuito

Cosa prevede la mostra

La mostra presenta un corpus che raccoglie una selezione di circa 250 progetti di Mari considerati tra i più rappresentativi dei quasi 2.000 ideati nel corso della sua carriera.
In parallelo, diciannove Piattaforme di Ricerca, ideate per la mostra in Triennale, presentano approfondimenti su altrettanti progetti dai quali emergono le tematiche centrali nella pratica e nella poetica di Mari: le prime indagini sulle ambiguità percettive, le ricerche sulla produzione sperimentale, le ricerche sulla produzione di serie, il tema dello standard, etc. 

Chi era Enzo Mari

Nato a Novara, Mari frequentò l’Accademia di Brera dal 1952 al 1956 formandosi in letteratura e arte. Oltre che approfondire i temi della psicologia della percezione visuale. Finiti gli studi, si dedicò subito al nascente mondo del disegno industriale, presentando il suo primo progetto al produttore di arredi milanese Danese nel 1957. 

Mari applicò alla sua produzione i suoi studi personali sui temi della percezione e dell’aspetto sociale del design, alla sua funzione nella vita quotidiana e al ruolo del designer nel processo industriale. 

Il designer, secondo Mari, non si sarebbe dovuto limitare alla creazione di oggetti belli e forme piacevoli. L’aspetto funzionale era imprescindibile, così come lo era l’efficienza delle scelte progettuali in campo di materiali e lavorazioni, non può esservi poesia senza metodo. 

Critico verso ciò che è diventato il design una volta conclusa l’epoca d’oro degli anni Sessanta e Settanta, Mari attribuisce al marketing la colpa di aver trasformato il designer da filosofo creativo in semplice interprete di tendenze. A fronte di queste considerazioni, nel 1999 Mari scrive il Manifesto di Barcellona, in cui sostiene che è necessario ritornare alla tensione utopizzante delle origini del design e invoca un nuovo giuramento di Ippocrate per cui l’etica è l’obiettivo di ogni progetto. 

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