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Romania: alla scoperta del Martisor, il rito che accoglie la primavera

Scopriamo le origini del Martisor, la tradizione rumena che accoglie la primavera

Il Mărțișor è una festa tradizionale rumena che celebra l’arrivo della primavera e cade ogni anno nel primo giorno di marzo. Oltre alla Romania, la ricorrenza viene celebrata in molti Paesi dell’est Europa, ma anche in Grecia. Il nome deriva da una parola rumena che significa “caro marzo”. 

Durante questa giornata, le persone sono solite regalare ai propri cari (amici, padri, figli, fratelli, sorelli, nonni, zii) piccoli amuleti, che possono essere oggetti decorati con fiori, cuori, piccoli animali di pezza, rami di alberi o foglie. Insomma, qualsiasi cosa che richiami la bella stagione. Questi amuleti sono inoltre considerati dei veri e propri portafortuna e vengono appesi nelle case.

Ma da dove ha origine il Martisor? Innanzitutto, bisogna dire che nella tradizione antica della Romania, il primo giorno di marzo porta con sé vari significati, uno su tutti quello della lotta del bene contro il male. La leggenda più conosciuta, racconta la storia di un pastore di nome Dochia che, mentre si trovava nei campi a badare al suo gregge, aveva deciso di legare un filo di lana a un ramo di un albero di pero trovato per caso sull’erba; quel giorno era, giusto appunto, il primo di marzo. Anche se inconsapevolmente, Dochia è diventato così il primo essere umano a indossare un Martisor all’inizio della primavera e a dare avvio a questa ricorrenza.

La festa è talmente sentita in Romania che le persone non si recano a lavoro il giorno in cui si celebra il Martisor (un po’ come per noi è il primo di maggio). Ma dietro a questa tradizione, c’è una ragione ben precisa: si crede, infatti, che andando a lavorare si possa turbare lo spirito di Baba Dochia, il quale potrebbe far tornare l’inverno e il gelo.

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