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Come trasformare l’edilizia in un settore ampiamente sostenibile

Le cause alla base di un contesto climatico in cui c’è un grande sentire emergenziale che abbraccia qualunque aspetto della propria vita spingono inevitabilmente verso la ricerca di correttivi in grado di migliorare il tutto con un approccio a dir poco costruttivo. A tal proposito, venerdì scorso in quel di Milano si è tenuto un evento basato sulla volontà di affrontare e di migliorare quelli che sono i punti chiave della filiera edilizia. Attraverso questo approccio, è possibile infatti gettare le basi per un modus operandi più sostenibile che non solo diminuirà le emissioni inquinanti ma aiuterà qualsivoglia comunità a svilupparsi senza alcun genere di intoppo.

Driving the Change – GBC Italia for COP 26, un evento significativo

L’iniziativa in oggetto ha posto l’accento sul tema della sostenibilità climatica al fine di lanciare un messaggio forte e chiaro a tutte quelle realtà che compongono un settore sempre in pieno fermento. Alcuni dei relatori che hanno preso la parola per dire la loro  – Fabio Massimo Castaldo Vice Presidente del Parlamento Europeo, il sottosegretario del Mite Vannia Gava, il Vice Ministro del Mit Alessandro Morelli, il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci, l’On. Gianluca Rospi e il Presidente dell’Anci Antonio Decaro – hanno sottolineato la centralità dell’impatto che le costruzioni edilizie hanno sull’ambiente.

Nello specifico, l’incidenza in tal senso vede gli edifici responsabili di un’emissione pari a circa il 39% delle emissioni globali di CO2 (con un altisonante 10% caratterizzato dall’utilizzo dei materiali per la concretizzazione del tutto). Il presidente di GBC Italia ha quindi decretato che per diversificare e migliorare un approccio ormai insostenibile, è necessario introdurre delle migliorie nel pieno rispetto di quei protocolli energetico-ambientali ideati per salvaguardare l’ambiente circostante.

La progettazione edilizia e i correttivi per migliorarla

Visti i dati illustrati in precedenza, la filiera edilizia necessita di una rimodulazione ad hoc che sia soprattutto in linea con la posizione ricoperta dall’Italia in tal senso. Non stupiscono, quindi, le dichiarazioni del vicepresidente di GBC Italia Fabrizio Capaccioli, il quale afferma che ormai si è in un contesto storico dove il futuro va affrontato con un approccio olistico per usufruire al meglio delle risorse a disposizione ed inaugurare una vera e propria rivoluzione sostenibile.

Al fine di dare sostanza alla filiera edilizia e alla prospettiva delle città sostenibili, il Manifesto di GBC Italia per COP26 pone degli aspetti chiave che non vano assolutamente sottovalutati per il raggiungimento degli obiettivi che tutti si augurano arrivino quanto prima. Sulla scorta di valori e fondamenti come economia circolare, qualità, innovazione e resilienza delle città, il documento in questione propone una normativa basata su nuovi requisiti prestazionali e non prescrittivi. Un’attività, ad esempio, come il monitoraggio continuo dell’impatto del settore permette di applicare un approccio sistemico per implementare l’incidenza delle politiche in atto e di quelle a venire. In più, una governance partecipata con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder pubblici e privati dà il là ad un impegno che potrà produrre sicuramente dei frutti all’altezza della situazione.

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