Il trifoglio rosso proprietà
Il Trifolium pratense (trifoglio pratense) (chiamato comunemente Trifoglio dei prati, Trifoglio rosso o Trifoglio violetto) è una pianta erbacea perenne, geograficamente diffusissima, dalle Americhe, all’Europa, alla Russia. Nei pascoli di alta quota è presente la sottospecie nivale. Nonostante la denominazione “perenne”, in Italia ha un ciclo di vita che rarissimamente supera i due anni.
L’altezza della pianta arriva sino ai 30 cm. Resiste ottimamente al freddo, arrivando a popolare suoli fino ai 2600 m sul livello del mare. La buona adattabilità di questa foraggera ai terreni di montagna è confermata anche dalla sua buona tolleranza all’acidità: la pianta trova in un pH del suolo compreso tra 6,6 e 7,6 il proprio livello ottimale, ma si riesce ad ottenere buone produzioni anche con pH compresi tra 6 e 6,5.
Trifoglio rosso: coltivazioni e utilizzi
Il Trifolium pratense non è eliofilo quanto le altre leguminose, quindi si presta alla trasemina. Tuttavia è notevolmente danneggiato dal secco, quindi per tutto il ciclo vegetativo necessità di regolari apporti d’acqua. Non sopporta comunque i ristagni: nel caso di irrigazione è importante irrigare con piccoli quantitativi piuttosto regolarmente, piuttosto che fornirgli elevati apporti idrici che possono essere anche più dannosi della siccità.
Trifoglio rosso controindicazioni: trifoglio rosso e tiroide
Coltivata, oggi come nel passato, come foraggera; è preferita nel ciclo della rotazione delle colture poiché Trifolium pratense possiede a livello delle radici la capacità di vivere in simbiosi con specie batteriche (gen. Rhizobium/Phyllobacterium) in grado di fissare l’azoto atmosferico in ammonio, che disciolto nel suolo è la fonte principe di azoto per le piante. Com’è noto, l’azoto è indispensabile a tutte le piante per la formazione delle proteine strutturali, che costituiscono lo scheletro o struttura portante della pianta. Ottima erba da foraggio, tanto che era chiamata nei secoli passati “erba da latte” per i bovini (tale appellativo è ancora in uso presso gli anziani contadini).
Trifoglio rosso menopausa: controindicazioni
Gli integratori a base di trifoglio rosso sono facilmente digeribili e meglio assimilabili rispetto ad altri rimedi, come soia e miglio. Nonostante siano generalmente ben tollerati, in casi molto rari si manifestano disturbi come nausea e mal di stomaco, situazioni in cui bisogna subito sospendere l’assunzione.
Data la elevata concentrazione di estrogeni, si sconsiglia di ricorrere al trifoglio rosso in gravidanza e allattamento o in caso di patologie come:
- endometriosi;
- disturbi alla tiroide;
- fibromi e tumori al seno, ovaie o utero;
- carcinoma della prostata negli uomini.
Se si assumono abitualmente farmaci, è meglio consultare il medico prima dell’assunzione del trifoglio rosso, perché potrebbe interferire con alcuni principi attivi come tamoxifene, contraccettivi, anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici.
Menoflavon forte effetti collaterali
Studi scientifici dimostrano che:
- Menoflavon® riduce i disturbi e le problematiche legati alla menopausa;
- il Trifoglio rosso è più efficace e potente della soia in quanto contiene quattro Isoflavoni mentre la soia ne contiene solo due;
- test di laboratorio dimostrano che il contenuto di isoflavoni dichiarato in Menoflavon® corrisponde al contenuto effettivamente presente;
- Menoflavon® è un importante antiossidante che contrasta i radicali liberi dannosi per la salute;
Il Trifoglio rosso è una delle fonti più ricche di isoflavoni e contiene tutti i quattro principali isoflavoni conosciuti per gli effetti simil-estrogenici (biochanina, formononetina, genisteina e daidzeina).
Menoflavon® non è solo efficace, ma è anche semplice da assumere. Il dosaggio ottimale è di una compressa al giorno.
Gli effetti positivi si avvertono dopo circa 4-6 settimane dall’inizio dell’assunzione.
Menoflavon:
- clinicamente testato
- una compressa al giorno
- ben tollerato
- non induce aumento di peso
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