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Visone domestico, come curarlo? Prezzi, allevamenti, alimentazione, cure adatte, dove acquistarlo

Visone animale: mustelidi domestici

Il visone americano (animale visone europeo) è l’unica specie vivente appartenente al genere Neovison, disgiunto da Mustela: al genere viene ascritto anche il visone marino (Neovison macrodon, secondo alcuni Neovison vison macrodon), estintosi in tempi recenti.La specie è originaria del Nord America, dove con una quindicina di sottospecie vive in un vasto areale che comprende tutti gli Stati Uniti (fatta eccezione per l’Arizona) e gran parte del Canada a sud del Circolo Polare Artico: sono stati inoltre introdotti a Terranova. Si tratta di animali semiacquatici, pertanto essi colonizzano qualsiasi ambiente a contatto con l’acqua (corsi d’acqua, laghi, paludi etc.), prediligendo le aree costiere con fitta vegetazione rivierasca ma dimostrandosi estremamente adattabile.

Furetto domestico prezzo

In media il furetto domestico costa dai 130 ai 200 euro, se acquistato presso un negozio di animali, un poco meno se in un allevamento ma se si tratta del noto Marshall, allevamento americano “in serie”, il prezzo raggiunge e sorpassa i 400 euro.

Raggiunge la lunghezza di 60 centimetri, di cui 15 spettano alla coda. Il peso si attesta in media attorno al chilogrammo, coi maschi che pesano in media il 25% in più rispetto alle femmine. Il corpo ha una forma allungata e slanciata ed è ricoperto da pelo folto e dall’aspetto sericeo (dovuto alle sostanze oleose che lo rendono impermeabile), di colore generalmente uniforme bruno o nerastro (anche se le varietà domestiche presentano una gamma di colori), con una caratteristica macchia bianca sul mento. Sotto lo strato di pelo superficiale è presente un ulteriore strato di sottopelo soffice ed isolante.
Le zampe sono corte e presentano delle membrane interdigitali parziali che aiutano la propulsione in acqua.

Il visone americano ha abitudini prevalentemente notturne: durante il giorno dorme in tane agli argini dei fiumi che non scava mai da solo, ma ottiene occupando i rifugi di altre specie acquatiche (specialmente il topo muschiato), scacciandone od uccidendone il legittimo proprietario. All’interno della propria tana, qualora non già presenti, essi accumulano erba secca o peli di animali, spesso utilizzando il pelo o le piume delle proprie prede.
Si tratta di animali solitari, in particolare i maschi si rivelano particolarmente intolleranti nei confronti di conspecifici dello stesso sesso: i territori di maschi e femmine possono invece sovrapporsi nelle aree periferiche. Per evitare episodi di aggressività intraspecifica, questi animali sono soliti marcare il proprio territorio con delle ghiandole sottocaudali che emettono un secreto dall’odore muschiato. L’estensione del territorio varia a seconda della disponibilità di cibo e del numero di tane in cui insediarsi presenti nella zona.

I visoni americani sono ottimi nuotatori e possono percorrere sott’acqua fino a 30 m, giungendo sino a 5 m di profondità: la loro scarsa capacità di immagazzinare l’ossigeno e la loro scarsa capacità visiva sott’acqua li rendono tuttavia relativamente poco efficienti alla caccia subacquea se comparati, ad esempio, con la lontra.

Visone da compagnia

Nella seconda metà del XIX secolo la specie cominciò a venire allevata intensivamente in cattività, ai fini di sfruttarla per la sua pregiata pelliccia: nel 1866 venne selezionata la sottospecie domestica, ottenuta a partire dall’incrocio mirato delle tre sottospecie ingensmelampeplus e vison, scelte per caratteristiche di dimensioni e qualità del pelo. I visoni americani così ottenuti vennero importati in grandi quantità in allevamenti intensivi sorti in varie parti dell’Asia, del Sud America e dell’Europa.

Col tempo, vennero a crearsi delle popolazioni rinselvatichite di questi animali, dovute alla fuga accidentale di animali dagli allevamenti od incentivate dal governo stesso (ad esempio nell’allora Unione Sovietica). Tali popolazioni sono spesso entrate in conflitto col visone europeo (Mustela lutreola), spesso a discapito di quest’ultimo, per questo è considerato una specie invasiva.

In Italia, la specie (importata a partire dagli anni cinquanta) è diffusa nelle aree circostanti ai grandi allevamenti del Nord, oltre che in Sardegna (Flumendosa, Lago Omodeo): tali popolazioni generalmente si dimostrano non autonome dal punto di vista riproduttivo, fatta eccezione per la popolazione dei Monti Sibillini e Simbruini.

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