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Doha Zaghi, chi è? Instagram, candidata

Il suo nome forse non dirà molto a chi si occupa di politica ma Doha Zaghi, negli ultimi giorni, si è trovata catapultata al centro di aspre polemiche politiche ed imbarazzi nel palazzo che si sono trasformati in un vero e proprio caso.

Chi è?

Ma chi è? Doha Zaghi, 31 anni è originaria di Carpi ma vive a Como, in arte si fa chiamare Lady Demonique; di professione è di fatto un’attrice porno o meglio, come lei stessa tiene a precisare, una sexy performer, per l’esattezza mistress e hypnomistress.
In pratica, gira video a sfondo erotico, giocando col ruolo di dominatrice, con l’ipnosi ma, precisa ulteriormente, non lo fa a pagamento bensì accetta semplicemente regali ed omaggi dei fans come borse e scarpe ed esclude categoricamente che le sue performance evolvano in incontri sessuali.

Candidata

Tutto normale ed assolutamente lecito, verrebbe da pensare, ma c’è un piccolo particolare: Doha Zaghi è candidata al consiglio comunale di Como per la lista Azione, di Carlo Calenda, o meglio lo era perché, a quanto pare, come lo stesso Calenda ha dichiarato in un tweet, non ci sarebbero i presupposti per candidare Doha Zaghi.
A questo punto la polemica è montata perché la stessa candidata rivendica la liceità delle proprie attività e si scaglia contro il perbenismo e la finta morale, ricordando i precedenti illustri di Cicciolina e Moana Pozzi. La donna accusa i vertici di Azione di discriminare lei e la sua attività che, dice, all’estero non impedisce a chi svolge la stessa professione di imporsi in società come in politica senza dover sostenere i pregiudizi.
Sì, perché lei si definisce imprenditrice digitale e di aver scelto di candidarsi con Azione per affinità, in quanto liberista ed europeista, prerogative riscontrate ella formazione guidata da Calenda, come mostra nelle poche foto su Instagram relative esclusivamente al suo impegno politico. Nella sua battaglia è stata affiancata d Andrea Luppi, referente cittadino del partito, secondo il quale la natura democratica, liberale e tollerante del movimento politico non può consentire di discriminare le scelte personali di una candidata, peraltro lecite e del tutto legali.
Eppure, benché condivisibili, le posizioni di Doha e del segretario non hanno convinto molti dei sostenitori di Azione, i quali non hanno tardato a proporre le loro rimostranze a Carlo Calenda che, dal canto suo, ha affermato di non essere stato a conoscenza dei trascorsi hard della candidata e di ribadire la volontà di intervenire personalmente per dirimere il caso.
Il caso, però, è un pò più complesso, e a chi si affretta a bollare lo stesso Calenda come eccessivamente moralista, lo stesso politico risponde citando il vero oggetto del contendere: un video hard in cui l’attrice, durante la sua esibizione, si produrrebbe in bestemmie e colpirebbe il suo partner ai genitali, con un crocifisso.
Davvero troppo per una formazione che, nel proprio manifesto, dichiara di ispirarsi lle radici culturali del liberalismo sociale e del popolarismo di Sturzo.
Dunque, da un lato la difesa della libertà, dall’altro l’alveo popolare; un caso apparentemente da gossip ma che rischia di irretire il partito di Calenda in una polemica ben più profonda e pregna di implicazioni.

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