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Concorsi Ministero delle Infrastrutture, 1428 nuove assunzioni

Sono 1428 i posti di lavoro da coprire presso il Ministero delle Infrastrutture tra il 2022 e il 2023. Il reclutamento sarà effettuato tramite nuove procedure concorsuali e altre modalità mentre i restanti inserimenti saranno portati a termine mediante stabilizzazioni di personale e progressioni verticali. l nuovi concorsi e le relative assunzioni previste dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili sono autorizzati dal DPCM del 22 luglio 2022 DPCM del 22 luglio 2022.

Il DPCM, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 221 del 21 settembre 2022, autorizza, nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione per la copertura di oltre 14 mila posti di lavoro nel biennio 2022-2023. Gli inserimenti riguardano vari Ministeri ed entri, tra cui appunto il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, che potrà assumere 1.428 risorse entro il prossimo anno.

Le assunzioni autorizzate dal DPCM

Il DPCM 22 luglio 2022 autorizza il reclutamento delle seguenti figure nel biennio 2022-2023:

  • 716 unità di Area terza F1, di cui
    – 494 tramite nuovi concorsi Ministero infrastrutture da bandire;
    – 217 mediante progressioni  verticali;
    – 5 mediante stabilizzazioni;
  • 165 unità di Area seconda F1, da assumere mediante progressioni  verticali;
  • 520 unità di Area seconda F2, da assumere tramite nuove procedure concorsuali;
  • 27 dirigenti di seconda fascia, da reclutare tramite nuovi bandi di concorso.

Dove trovare i bandi

I bandi relativi ai concorsi Ministero delle infrastrutture per le assunzioni 2022 2023 saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, serie concorsi ed esami, e saranno consultabili anche sul portale web dell’ente alla pagina dedicata ai bandi di concorso, sezione amministrazione trasparente.

Che cos’è il Ministero delle Infrastrutture

Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) è la struttura esecutiva dello Stato Italiano che si occupa delle reti infrastrutturali nazionali a servizio dei mezzi di trasporto e dei trasporti terrestri, marittimi e aeronautici. Il dicastero, istituito nel 2001 con il nome Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), ha assunto la denominazione attuale nel 2021, sotto il Governo Draghi. L’antesignano dell’attuale Ministero, per la componente delle infrastrutture era il Ministero dei lavori pubblici, esistente già dal 1861, sino al suo accorpamento nel 2001 nell’attuale ministero. Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili si occupa di tutte le infrastrutture e dei lavori pubblici di competenza nazionale, ferme restando le competenze delle Regioni e delle Province autonome, delle reti di comunicazione stradali, autostradali, ferroviarie, lacuali, aeree e aeroportuali, marittime e portuali, attraverso le Capitanerie di Porto.

Inoltre si occupa dell’edilizia residenziale, pubblica e privata, e sovraindente alla pianificazione degli appalti pubblici di competenza statale del Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, ferme restando le competenze delle regioni e dell’autorità indipendente: l’Autorità nazionale anticorruzione – ANAC. Esercita le competenze sulle vie stradali previste dal Codice della Strada; le competenze in ambito marittimo e della navigazione, compresa la marina mercantile, e la navigazione aerea, entrambe regolate dal codice della navigazione. Il settore delle infrastrutture e dei contratti pubblici è poi sottoposto alla vigilanza dell’autorità amministrativa indipendente del settore, ossia l’Autorità nazionale anticorruzione, già Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, di cui al Codice dei contratti pubblici, già Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici ex legge n. 109/1994.

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