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BCE: cosa rischia l’Italia con l’aumento dei tassi?

La politica monetaria della BCE è da tempo al centro dell’attenzione non solo di analisti e investitori, ma anche dei governi dell’Eurozona.

Alla Banca Centrale Europea, come del resto alla Federal Reserve, sono stati rivolte molte accuse riguardanti il ritardo con cui hanno attuato le politiche monetarie deflattive.

In particolare, in molti hanno considerato un errore indugiare sulla politica estrema di quantitative easing.

Quest’ultimo meccanismo, lo ricordiamo, consiste nell’acquisto da parte delle banche centrali, di obbligazioni e titoli di stato, in modo da “stampare moneta”.

In realtà, si tratta semplicemente di dare maggiore liquidità alle banche affinché aumentino l’offerta di denaro a basso costo, così da stimolare gli investimenti e, ovviamente, l’economia.

Resta il fatto che l’ondata di inflazione non è giunta all’improvviso e in molti hanno pensato che fosse correlata al conflitto in Ucraina e all’aumento dei prezzi dell’energia.

Aumento dei tassi e deflazione

Da Francoforte, sede banca centrale europea, il presidente della BCE Christine Lagarde ha richiamato più volte l’attenzione sulla necessità di continuare a combattere l’inflazione.

La Banca Europea ha avviato così una serie di interventi sui tassi di interesse (tasso bce) in modo da invertire la rotta rispetto al passato.

E’ su questo punto che molti analisti stanno focalizzando la loro attenzione, poiché a lungo andare, anche la stretta monetaria può cagionare effetti indesiderati.

Il timore è per un lungo periodo di aumenti del tasso interesse banca centrale europea, che potrebbe continuare anche per tutto il 2023.

Alcuni esperti lanciano l’allarme per l’economia, soffocata dalla mancanza di liquidità, vista la prossima immissione sul mercato di titoli per oltre 5mld di euro.

Dalla sede Bce filtrano conferme sull’argomento e, secondo alcuni analisti, a rischiare di più sarebbe l’Italia.

Perché l’Italia rischia nel 2023?

Diversi esponenti del Governo Italiano si sono espressi in modo sfavorevole riguardo alla misura, lasciando trasparire le proprie preoccupazioni.

Il problema principale è legato al livello del debito pubblico del nostro Paese, tra i più alti d’Europa.

Secondo il consensus internazionale, il deficit fiscale inserito nell’ultima Legge di Bilancio, che prevede una costante diminuzione del rapporto col PIL, dal 5,6% al 3% del 2024, verrebbe vanificato dai tassi di interesse molti alti.

Questo perché, pur in presenza di effetti positivi della manovra, il debito italiano rimane ancora ancorato al 145% del PIL, dato che ridurrebbe drasticamente il margine di manovra dell’Esecutivo.

Basti considerare che, ad oggi, le misure fiscali previste nella Manovra per il nuovo anno che ammontano ad oltre 20mld, sono state da molte considerate insufficienti e gli esperti ritengono che non riusciranno a stimolare la crescita economica.

Cosa rischia l’Italia?

Gli esperti sono concordi sul fatto che l’Italia, più degli altri membri dell’Eurozona, rischi seriamente un sell-off sui mercati delle obbligazioni.

Questo perché proprio i mercati potrebbero considerare rischioso investire in Italia, a causa di una situazione di debolezza economico finanziaria, unita proprio al ristretto margine di intervento di cui abbiamo detto.

Intanto, mentre esponenti delle istituzioni italiane moltiplicano gli appelli ad una maggiore cautela nelle scelte comunicative di Francoforte (bce sede), i rendimenti dei decennali rimangono alti (4,4%).

Anche lo spread sale a 213 punti.

 

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