Il marzo sapremo se, entro il 2030, dovremo adeguare le nostre case ricorrendo al cappotto termico (cappotto casa termico).
Tutto parte dal 2021, quando presso la Commissione Europea si iniziò a discutere di proposte relative alla transizione ecologica relativa agli edifici ad uso residenziale.
La speranza dei promotori è quella di arrivare, entro il 2050, agli edifici ad impatto zero e all’addio alle case energivore.
Ma come ci si arriva e perché si parla di cappotto termico (cappotto esterno casa)?
Direttiva UE sulle case: cosa dice?
Facciamo un passo indietro e vediamo cosa richiede la direttiva che ha iniziato il suo iter al Parlamento europeo.
La proposta prevedeva originariamente di portare tutti gli edifici di classe energetica F e G alla classe E attraverso opportuni adeguamenti e ristrutturazioni.
Nei successivi tre anni si sarebbe dovuti giungere al totale degli edifici inseriti nella classe D ma, il vero salto si sarebbe avuto entro il 2050 con la totalità delle case a zero emissioni.
Successive modifiche hanno fatto traslare le date cosicché entro il 2030 si prevede un semplice efficientamento, entro il il 2033 il raggiungimento della classe E, classe D entro il 2040 mentre resta invariato il termine del 2050 per le emissioni zero.
L’obbiettivo resta, comunque, ambizioso e difficile da raggiungere per molti stati membri, ai quali spetterà la normazione per recepire ed applicare la direttiva.
L’italia, ad esempio, a causa della presenza di peculiarità legate agli edifici storici, a quelli protetti da tutela, ai borghi antichi e, in genere, alle differenze rispetto agli altri Paesi, proverà in tutti i modi ad opporsi o, quantomeno, a modificare i termini delle richieste dell’Europa.
Cos’è il cappotto termico?
Le ragioni per cui in Italia monta la polemica è legata alle caratteristiche degli interventi richiesti per l’isolamento a cappotto, oltre che al loro costo (cappotto termico esterno prezzi).
Uno degli adeguamenti di cui si parla per giungere all’efficienza energetica degli edifici richiesta dall’Europa, è il famigerato cappotto termico.
Si tratta di un intervento di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, già beneficiario delle detrazioni previste dal Superbonus 110% (costo cappotto termico).
Si tratta di un involucro esterno che isola gli edifici dalle temperature esterne grazie alla coibentazione termica attraverso una serie di materiali (malta, intonaco, armatura ed elementi di fissaggio) fissati all’esterno.
Tra i vantaggi del cappotto esterno termico, oltre all’isolamento termico, ci sono l’isolamento acustico, l’eliminazione di infiltrazioni e muffe e, ovviamente, i risparmi in bolletta.
Cappotto termico interno
In caso di vincoli ambientali o condominiali, si può ricorrere all’alternativa del cappotto interno.
In questo caso, come suggerisce lo stesso termine, i pannelli di polistirene e cartongesso (in alternativa, sughero e canapa) vengono applicati all’interno degli edifici.
A questo punto nascono, però, i problemi (cappotto termico esterno prezzo).
Il costo di un cappotto termico esterno si aggira intorno agli 80/100 euro al metro quadro a cui si aggiunge il possibile deprezzamento dell’immobile di pregevole fattura architettonica, sconvolto dall’ingombrante involucro (costo cappotto esterno).
Nel caso del cappotto interno, i costi sono più contenuti ( costo cappotto interno) ma i materiali applicati riducono la volumetria degli ambienti e creano non pochi problemi in caso di riparazioni (lana di roccia prezzi).