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Quanto guadagna una baby sitter? Tariffe, contratti, bonus

Il lavoro di baby sitter è in evoluzione, soprattutto a causa della pandemia e dei cambiamenti delle abitudini lavorative e negli orari dei genitori.

Il baby sitting, così come altri settori, ha dovuto adattarsi alle esigenze dello smart working che, ad esempio, hanno ridotto la richiesta di intervento serale mentre è aumentata la domanda in orari mattutini e pomeridiani.

Complici anche i lunghi periodi di didattica a distanza, il mercato ha dovuto adattarsi alle mutate condizioni del costo baby sitter.

Ma quanto guadagna una baby sitter?

Vediamo se, oltre agli orari e al tipo di contratto, è cambiata anche la retribuzione, considerando che parliamo di un lavoro di grande responsabilità, che richiede adeguate referenze.

Quanto guadagna una baby sitter?

Quanto prende una baby sitter all’ora?

Diciamo fin da subito che la tariffa oraria media in Italia è di circa 9 euro l’ora, ma le condizioni possono notevolmente variare a seconda della zona geografica (baby sitter Italia).

La media, rispetto al periodo pre Covid, è nettamente aumentata dato che appena nel 2018/19 si attestava sui 7,5 euro l’ora  come prezzi babysitter.

Al Nord le tariffe risultano cresciute maggiormente, visto che in città come Milano, Genova e Aosta, per una baby sitter occorre pagare fino a 10 euro come tariffa oraria (babysitter Italia).

Secondo uno studio di settore, solo a Potenza le tariffe baby sitter risultano oscillare ancora tra i 6,5 e i 7 euro.

Ad incidere sulle tariffe babysitter, ci sono anche altri elementi.

Se i bambini da assistere sono due o più, la tariffa potrebbe essere maggiorata anche del 20/25%, ma bisogna considerare anche l’età.

Fino ai 2/3 anni, i bambini sono meno autonomi, necessitano di maggiore assistenza e, dunque, il prezzo orario potrebbe salire ulteriormente.

Il contratto

Per il contratto babysitter, naturalmente, i dati forniti si riferiscono a prestazioni contrattualizzate, regolarmente registrate.

Risulta, quindi, escluso il settore sommerso delle prestazioni “a nero”.

In passato, per regolarizzare una baby sitter, si poteva ricorrere al sistema dei voucher, mentre attualmente occorre registrarsi tramite libretto di famiglia.

L’odierno sistema, disponibile sul sito Inps, prevede la registrazione sia dell’utilizzatore che del prestatore, il tutto gestito tramite un portafoglio virtuale precedentemente caricato dal “datore di lavoro”.

Bonus baby sitter 

Negli anni scorsi, la misura del bonus baby sitter ha agevolato le famiglie che avevano bisogno di assistenza per i figlio durante le ore di lavoro.

La misura, a richiesta, consisteva in importi nell’ordine dei 100 euro settimanali, concesso in base al reddito e a patto di rispettare alcuni requisiti.

Ne erano esclusi i genitori in cassa integrazione o in Naspi e i dipendenti del settore privato ed anche in questo caso occorreva gestire la richiesta tramite libretto di famiglia.

Per il 2023, la misura non è stata inserita dal Governo nella Legge di Bilancio, ma non si esclude la possibilità di emendamenti e di proroghe.

All’estero

I Paesi in cui le tariffe del baby sitting risultano più alte sono, in particolare, la Svizzera (circa 15 euro l’ora), la Danimarca (13 euro) e l’Australia (11 euro).

Tariffe simili per lo stipendio babysitter negli Stati Uniti e in Canada.

Per contro, in Portogallo o nei paesi dell’est, la media si attesta sui 6 euro all’ora come prezzi baby sitter.

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