Irene Pivetti: una rinascita dopo la condanna

Irene Pivetti, ex Presidente della Camera e figura di spicco nel panorama politico e mediatico italiano, racconta la sua difficile esperienza dopo una condanna a quattro anni per evasione fiscale e autoriciclaggio. La vicenda, legata a presunti traffici illeciti di Ferrari in Cina, ha segnato profondamente la sua vita, portandola a dover affrontare sfide inaspettate e dolorose. In un’intervista rilasciata a Il Giornale, Pivetti condivide il suo percorso di risalita e le difficoltà che ha incontrato lungo il cammino.

Un periodo di crisi e privazioni

Dopo la condanna, Irene Pivetti si è trovata a vivere un incubo. “Non sapevo come andare avanti”, confessa, rivelando di aver venduto tutto ciò che poteva ai rigattieri, compresi regali di nozze. La situazione economica è diventata insostenibile e, durante il lockdown, la mancanza di opportunità ha reso tutto ancora più difficile: “Non avevo più soldi per mangiare, prendevo cibo alla Caritas”, racconta. La sua immagine pubblica è stata distrutta e la credibilità che aveva costruito nel corso degli anni è svanita.

Pivetti racconta con amarezza di come i suoi conti correnti siano stati sequestrati, fino a un episodio emblematico in cui un PM ha disposto il sequestro di una postepay con un euro e nove centesimi. “Mi hanno annientata economicamente”, afferma, descrivendo una realtà che ha messo a dura prova la sua dignità e il suo spirito.

Un nuovo inizio con la cooperativa

Dopo aver toccato il fondo, Pivetti ha trovato una via d’uscita grazie a una cooperativa di ex detenuti, la Mac Servizi. “Ho iniziato come volontaria, poi ho trovato un lavoro”, spiega. Inizialmente, si occupava delle pulizie, ma col tempo le è stato riconosciuto uno stipendio di mille euro al mese. “Quando l’ho ricevuto non potevo crederci. Finalmente avevo i soldi per mangiare”, racconta, esprimendo gratitudine verso chi le ha offerto una seconda possibilità in un momento di grande difficoltà.

L’esperienza lavorativa in cooperativa ha rappresentato per Pivetti un’opportunità di rinascita. “È stata per me straordinaria”, afferma, sottolineando l’importanza di avere trovato supporto in un contesto in cui si sentiva emarginata. “Ero diventata come un’appestata”, ricorda, evidenziando come la società possa stigmatizzare chi si trova in situazioni di crisi.

Guardare al futuro con determinazione

Nonostante le avversità, Irene Pivetti guarda al futuro con determinazione. “So di non avere fatto assolutamente niente di male”, afferma con convinzione, mentre riflette sulle possibili evoluzioni del suo processo legale. “Potrei finire dentro ingiustamente, e devo arrivarci preparata”, dice, evidenziando la sua resilienza di fronte a un destino incerto.

Pivetti è consapevole che il processo potrebbe durare a lungo, forse anche oltre la sua vita biologica. Tuttavia, ha scelto di non attendere passivamente, ma di vivere pien