Swap: cosa sono, a cosa servono, definizione

Quando si parla di Swap, per comprenderne meglio il funzionamento, basta riferirsi al significato del termine che, tradotto, vuol dire “scambiare”.

I contratti swap, infatti, hanno alla base un accordo tra due contraenti che stabiliscono di scambiare una somma di denaro, in base a termini e condizioni fissate nel relativo contratto.

Swap: a cosa servono

I motivi per cui si ricorre ai contratti swap sono due: speculazione e operazioni di copertura del rischio.

Nel primo caso, il soggetto contraente spera di ottenere un guadagno da un sottostante (lo swap è un contratto derivato), fissandone il prezzo al momento.

Naturalmente, se l’andamento del sottostante non va nella direzione sperata, il rischio è quello di subire una perdita finanziaria.

Nel secondo caso, un soggetto indebitato per una determinata somma, sulla quale paga un tasso variabile, potrebbe trovare conveniente assumersi l’onere di una quota fissa che riduca i rischi di un incremento dei tassi.

Questo è il motivo per cui si ricorre a contratti simili quando si stipulano mutui.

Tipologie di contratti

Il principale contratto Swap è l’Interest Rate Swap (IRS) che consiste nell’accordo di scambiare una somma di denaro ad una data futura e applicando diversi tassi di interesse.

I flussi di denaro vengono calcolati sulla base del differenziale tra i due tassi (fisso e variabile).

In base alle esigenze o alle valute utilizzate, si può ricorrere all’Equity Swap, Commodity Swap e al Currency Swap.

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