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L’Unione Europea sta preparando una nuova serie di misure in risposta alla guerra in Ucraina, e questa volta Vladimir Putin, il leader del Cremlino, sentirà davvero un impatto economico significativo. Come mai? Perché l’Unione vuole diventare indipendente dalle importazioni di energia di Mosca e il mercato dell’energia è la risorsa più forte di Putin.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha annunciato che l’istituzione da lei guidata arriverà oggi con proposte concrete per aiutare gli Stati membri dell’Unione europea a liberarsi della dipendenza energetica dalla Russia.
La missione non è affatto facile
Le ambizioni europee sono tra le più difficili, dato che circa il 40% del gas naturale della regione è fornito dalla Russia.
Mosca sa bene che l’UE dipende piano energetico, e l’attuale crisi, scoppiata prima della guerra nei mercati di profilo, non fa altro che alimentare la certezza di Putin che gli stati dell’UE non possono voltarsi troppo contro di lui, perché dipendono dall’energia russa. Non sarà affatto così, almeno è ciò che faranno le forze dell’ordine del blocco comunitario.
“Dobbiamo sbarazzarci della nostra dipendenza dal gas, il petrolio e carbone in Russia”, ha affermato Ursula von der Leyen in un incontro con il primo ministro italiano Mario Draghi a Bruxelles, secondo il Dpa.
L’Unione Europea deve però trovare soluzioni, non solo per introdurre nuove sanzioni all’economia russa, come punizione per l’invasione del paese vicino, ma anche per proteggersi dallo scenario in cui Vladimir Putin deciderebbe di reagire e fermare intenzionalmente le esportazioni di energia. Pertanto, le autorità del blocco comunitario pensano di essere un passo avanti al leader del Cremlino.
Resta quindi che l’UE deve intraprendere azioni concrete e la prima e più importante di queste è aumentare gli investimenti nell’energia.
