Ogni giorno guardiamo il cielo in cerca di indizi su come sarà il tempo, ma avete mai pensato a quanti soldi guadagna un meteorologo per fare le previsioni? Siamo abituati a vederli in televisione o ascoltarli alla radio, ma quanto prendono in media questi professionisti del tempo?
Si tratta di una domanda che non ha una risposta univoca, in quanto il loro stipendio dipende da molti fattori. Tuttavia, cercheremo di fornire un quadro completo della situazione, analizzando i guadagni dei meteorologi in base al loro grado di esperienza, al tipo di lavoro svolto e alla presenza in televisione. Pronti a scoprire quanto si può guadagnare con la previsione del tempo?
Lavoro del meteorologo
Negli ultimi tempi siamo stati abituati a sentire i bollettini che riguardavano purtroppo la pandemia di coronavirus. Tuttavia, anche in questo anno totalmente caratterizzato dal Covid-19, un certo interesse nei confronti delle previsioni metereologiche è rimasto.
I mesi di lockdown e anche le successive restrizioni hanno reso molto più complessi viaggi, scampagnate e via dicendo, ma gli italiani non hanno perso l’abitudine di controllare se domani ci sarà il sole oppure se avremo una giornata piovosa.
La maggioranza delle persone preferisce informarsi tramite app e siti riguardanti il meteo, ma c’è anche chi non ha perso l’abitudine di consultare gli spazi dedicati al meteo in TV, solitamente al termine dei vari telegiornali.
Molto spesso, le previsioni del meteo in televisione sono “spiegate” dai meteorologi, che forniscono un quadro molto chiaro di quello che ci aspetta nei giorni successivi. Inoltre, i meteorologi collaborano anche con la protezione civile fornendo dei bollettini molto accurati che consentono di affrontare al meglio possibili criticità in zone a rischio. Non è raro, quindi, che ci si chieda quanto guadagni un meteorologo in Italia.
Quanto guadagna un meteorologo? Tutte le cifre
A quanto ammonta lo stipendio medio di un meteorologo? Chiaramente è difficile avere una stima precisa della retribuzione percepita da chi svolge questa professione. Tuttavia, stando agli ultimi dati, si può affermare che un meteorologo guadagna circa 28.000 euro all’anno. Tuttavia, va precisato che questa cifra viene raggiunta dopo qualche anno di “gavetta”, spesso all’interno di un’azienda come “figura junior”, con stipendio più basso (in genere tra le 15.000 e le 20.000 euro all’anno, ndr).
Come avviene per molte altre professioni, anche per il meteorologo contano molto gli anni di esperienza. Quelli che vediamo spesso in TV a ridosso dei telegiornali sono appunto meteorologi affermati, che guadagnano una media di 40.000 euro all’anno.
Infine, ci sono i meteorologi che hanno già accumulato decenni di esperienza e che possono arrivare a guadagnare cifre molto importanti, fino a 60.000 euro all’anno.
Meteorologo che lavora in televisione
Il compenso per un meteorologo che lavora in televisione può oscillare in modo sostanziale, in funzione dell’esperienza, della visibilità e dell’ubicazione geografica. Tuttavia, in media, un meteorologo che appare in TV negli Stati Uniti guadagna all’incirca 90.000 dollari all’anno. Tale cifra è frutto della combinazione di uno stipendio base, bonus e compenso per le apparizioni sul piccolo schermo.
I meteorologi di spicco, come quelli impiegati dalle reti televisive a livello nazionale o dalle grandi emittenti locali, possono percepire retribuzioni ben superiori, che talvolta superano i 200.000 dollari l’anno. Al contrario, i meteorologi che collaborano con emittenti televisive locali più piccole, ubicate in centri urbani meno popolosi, solitamente guadagnano meno.
Molti meteorologi lavorano anche come consulenti meteorologici per aziende che necessitano di previsioni accurate del tempo. Questo può rappresentare una fonte di reddito supplementare per i professionisti del settore.
I guadagni dei meteorologi possono variare a seconda del tipo di media per cui lavorano. Ad esempio, un meteorologo che lavora per un’azienda radiofonica potrebbe guadagnare meno rispetto a un collega che opera in una stazione televisiva.
