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Bombo: nero, calabrone, nido

Bombus Latreille, 1802 è un genere di insetti imenotteri della famiglia Apidae, comunemente noti come bombi. È l’unico genere della tribù Bombini. Allo stesso modo delle api, i bombi raccolgono il nettare e il polline per nutrizione. Sono tra gli insetti impollinatori più importanti e utili per l’essere umano e l’ecosistema.

Generalmente più grossi delle comuni api, i bombi sono caratterizzati da una livrea gialla e nera a bande di colore più larghe; ne esistono delle specie tutte nere o con bande arancioni. La principale caratteristica di questi imenotteri è senz’altro la soffice peluria. I bombi sono poco aggressivi; le regine e le operaie sono però in grado di pungere e il loro pungiglione, non avendo seghettatura a differenza delle api mellifere, permette loro di pungere anche ripetutamente.

I nidi del Bombo

I bombi costituiscono delle colonie più o meno come le api, anche se il numero di individui che compongono la comunità è sensibilmente inferiore, sia perché i bombi non creano colonie che durano più di una stagione, sia perché la femmina fecondata si limita a costruire un piccolo nido per l’inizio della comunità, che normalmente va dai 50 fino a un massimo di 300 esemplari del B. terrestris. Anche se nella maggior parte dei casi i bombi non conservano il loro nido per più di una stagione, alcune specie tropicali vivono nei loro nidi per alcuni anni; in questo caso, le comunità possono diventare sensibilmente più grandi.

Al termine dell’estate, l’ultima generazione di bombi di un determinato nido annovera delle regine, le quali trascorreranno l’inverno in un posto sicuro e temperato, pronte per dar vita a una nuova colonia l’anno successivo. Le regine vivono in genere un anno, ma è possibile che specie tropicali siano anche più longeve. A fine estate, la regina della colonia perde il feromone con cui assegna alle altre la propria superiorità; nascono così individui fertili che depongono uova non fecondate che daranno poi origine ai maschi riproduttori che le feconderanno. La regina verrà divorata dalle operaie, le quali moriranno con l’arrivo dei primi freddi.

Caratteristiche e differenze con il calabrone 

Il calabrone (Vespa crabro Linnaeus, 1761), detto anche aponale o cravunaro rosso, è il più grosso vespide europeo. Nel linguaggio comune con il termine “calabrone” vengono spesso erroneamente identificati anche l’ape legnaiola (Xylocopa violacea) e il bombo terrestre (Bombus terrestris). Il calabrone è la più grande delle vespe europee e nordamericane; insetto prevalentemente carnivoro, predatore di altri insetti, non disdegna però la polpa della frutta e i nettari zuccherini, e ciò contribuisce a spiegare la sua diffusione in aree agricole. I calabroni realizzano i loro nidi di carta utilizzando fibre vegetali impastate con saliva.

Nei confronti dell’uomo di solito è tendenzialmente indifferente (a differenza della vespa comune, per esempio, che spinta da curiosità può avvicinarsi all’uomo) e cerca di sottrarsi con rapida fuga o nascondimento ai tentativi di abbattimento. Tuttavia, mentre si può sostare con relativa tranquillità vicino a un albero da frutta in presenza di calabroni e cogliere i frutti sui quali non si siano posati, questi insetti possono diventare molto aggressivi se messi alle strette o in vicinanza del nido. Le femmine sono dotate di pungiglione, le cui punture (conseguenti a una reazione difensiva dell’animale) possono essere molto dolorose per gli esseri umani; esse, inoltre, liberano feromoni che informano dell’attacco in corso gli altri calabroni, talvolta provocandone l’intervento in gruppo. Come nel caso delle altre vespe e delle api, il veleno inoculato ha effetti solo locali e transitori per la maggior parte delle persone, ma può provocare nei soggetti allergici reazioni anafilattiche anche mortali.

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