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Il trionfo della falconeria abruzzese al Ferrara Film Festival

Lo scorso 6 giugno si è conclusa la sesta edizione di un tanto giovane quanto promettente festival cinematografico tutto italiano. Parliamo ovviamente del Ferrara Film Festival, da che sei anni premia i migliori prodotti della settima arte italiani e mondiali. Il festival, inserito nella cornice patrimonio UNESCO della romantica città di Ferrara, è stato il primo a svolgersi in presenza, in Italia, nel periodo successivo alle restrizioni sanitarie imposte dalla pandemia globale da Covid-19.

I premi

I premi, costituiti dai Dragoni d’Oro (ovvio richiamo alla leggenda del drago abbattuto da San Giorgio, santo patrono e protettore della città di Ferrara), sono stati distribuiti secondo il giudizio di una giuria tecnica composta da sette esperti (Alberto Boschi, Chiara Iezzi, Paola Lavini, Alessandra Manias, Rosario Petix e Maurizio Villani). Oltre al Dragone d’Oro alla carriera internazionale destinato al regista di origine britanniche Mike Newell, altri premi hanno riguardato, più o meno direttamente, il nostro paese. Uno di questi è senza ombra di dubbio il premio al miglior documentario, assegnato al film Overland, che ci ha fornito un modo del tutto nuovo di intendere e di amare la falconeria.

Overland: il mondo della falconeria come non l’avete mai visto

Quello del Ferrara Film Festival non è il primo premio che riceve questo documentario. Negli Stati Uniti è stato già acclamato e ha già vinto i premi nel corso del Breckenridge Film Festival (Colorado), del Santa Barbara Film International (California) e International Wildlife Film Festival (Montana). Il documentario ci racconta, con occhio vivido e attento, le vicende che vedono protagonisti i tre grandi nomi internazionali di quest’arte che unisce uomo e animale: Lauren McDought, Khalifa Mjren e l’abruzzese Giovanni Granati. La presenza di Giovanni Granati alla proiezione del film durante il festival è stata motivo di riflessione per tutti i partecipanti. Durante l’intervista, il falconiere ha a più riprese ribadito l’importanza della conoscenza e del rispetto di questo universo, sconosciuto ai più, e del suo possibile ruolo trascinatore verso un futuro più roseo per il nostro ambiente. “Io e tutte le persone che ancor oggi hanno il coraggio di nuotare controcorrente rispetto ad una società moderna in continua evoluzione che tende ad allontanarsi sempre più dal regno naturale, abbiamo l’onere di far appassionare, far scoprire e rendere partecipi le persone, in particolar modo le nuove generazioni a questo straordinario mondo”, ha affermato.

Chi è Giovanni Granati

Granati si definisce non solo falconiere, ma anche artista poliedrico. La sua principale occupazione riguarda l’addestramento e l’educazione non solo dei rapaci, ma anche di altri animali selvatici, tra cui gli imponenti lupi cecoslovacchi. È lui la mente dietro al programma di allenamento del tutto innovativo chiamato “flyboost”, in grado di unire tutti gli ultimi ritrovati tecnologici alla storia e alla tradizione con lo scopo di tutelare e salvaguardare i rapaci. La sua professionalità e notorietà lo hanno portato a curare una propria rubrica, “Wild Man”, all’interno del programma L’Arca di Noè in onda su Canale 5. La partecipazione alle riprese di Overland è stato uno dei passi con cui si impegna, da anni, per la sperimentazione di tecniche all’avanguardia nel campo dell’insegnamento animale e dello studio dell’etologia.

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