Riscaldamento climatico: cosa dobbiamo sapere

Una delle piaghe che affliggono il nostro pianeta è sicuramente il surriscaldamento globale o riscaldamento climatico che dir si voglia. Un evento che di anno in anno peggiora provocando come diretta conseguenza lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare e molte altre alterazioni atmosferiche e dell’ecosistema più in generale che sono nocive per l’esistenza umana. Una situazione alla quale dovrebbe esser posto un freno o quanto meno dei provvedimenti utili ad un’inversione di tendenza. Cerchiamo di capirne di più in merito su quelli che possono essere gli effetti del riscaldamento globale, il prossimo futuro del nostro Paese e cause e rischi di un evento di simile portata.

Cosa si intende per riscaldamento climatico?

Partiamo in questo focus rivolto al riscaldamento climatico della definizione dello stesso, ossia da cosa si intende con tale concetto. Con la suddetta espressione si fa riferimento a quella serie di alterazioni dell’ecosistema riconducibili all’azione umana. Quest’ultima, col passare del tempo, ha sviluppato pratiche di tipo industriale, produttivo e non solo che hanno modificato l’habitat naturale. Scorie ed emissioni di gas serra hanno di fatto comportato un innalzamento delle temperature globali. Da qui le conseguenze anticipate in premessa come lo scioglimento dei ghiacciai e l’aumentare del livello dei mari.

Quali sono i 4 possibili effetti del riscaldamento globale?

I 4 possibili effetti del riscaldamento globale sono: lo scioglimento sempre maggiore dei ghiacciai che innesca una reazione a catena con l’innalzamento del livello del mare, fenomeni sempre più estremi come alternanza di periodi di siccità ad altri di carattere alluvionale. E in ultimo l’alterazione dei pattern di circolazione atmosferica con fenomeni ciclonici o ondate di freddo glaciale.

Quando ci sarà il riscaldamento globale?

Purtroppo la risposta a questa domanda è realmente preoccupante essendo secondo le previsioni climatologiche terribilmente vicina a noi. Infatti nel 2030 potrebbe essere raggiunta la soglia critica di riscaldamento climatico, con un aumento di 1 grado e mezzo della temperatura media nei prossimi 10 anni. Quindi previsioni che fanno capire come le tempistiche si siano accorciate di molto, rendendo ormai alle porte la criticità ed il rischio di un fenomeno come quello in questione.

Come sarà l’Italia nel 2050?

L’aumento delle temperature è già un qualcosa di tangibile attualmente, dove si registrano medie al di sopra del periodo in tutte le stagioni. Anche l’Italia non è esule ovviamente da un simile discorso, e ha mostrato un’alternanza di siccità ed alluvioni preoccupante negli ultimi tempi. Basti pensare a quanto accaduto in Emilia Romagna, Molise, Sicilia ed altre regioni nostrane colpite dal mal tempo sempre più pazzo. Un andamento che è figlio delle alterazioni climatiche quali appunto il riscaldamento globale, ed il mutamento atmosferico dell’ecosistema. Per tanto si prevede per il 2050 un aumento di due gradi circa delle medie climatiche, con temperature al dir poco critiche. Si potrebbe arrivare a sfiorare i 50 gradi estivi in Sicilia, e la desertificazione in zone simili. Per non parlare dei 5 gradi toccati in pieno inverno nelle zone alpine, con una neve che non arriverà più ad attecchire in montagna. Insomma un’immagine dello stivale che vedrà verosimilmente trasformarsi i propri connotati.

Che differenza c’è tra il riscaldamento globale e il cambiamento climatico?

La differenza tra riscaldamento globale e cambiamento climatico è già evidente nella definizione: infatti se nel primo caso si fa riferimento soprattutto all’innalzamento delle temperature medie atmosferiche con conseguenze preoccupanti come quelle viste sopra; nel caso dei cambiamenti climatici, invece, si abbraccia un insieme più ampio di alterazioni dell’ecosistema. Quindi non solo il riscaldamento, ma anche l’innalzamento del livello degli oceani, l’effetto serra, la desertificazione di vaste aree geografiche, la siccità o le alluvioni e così via. Quindi il primo termine è più specifico mentre il secondo potremmo dire più generico. Il riscaldamento globale riguarda una specificità ambientale e del clima, mentre il cambiamento climatico coinvolge una serie estesa di alterazioni e mutamenti dell’ecosistema.

Qual è la maggiore causa del riscaldamento globale?

In parte abbiamo già toccato questa tematica nei paragrafi precedenti parlando dell’attività umana come principale causa del riscaldamento globale. Infatti l’azione degli individui che hanno evoluto l’incidenza della propria presenza sul territorio naturale ha di fatto comportato un’alterazione di quest’ultimo per essere predisposto all’industrializzazione e produttività funzionale all’esistenza umana. Quindi una maggiore presenza di scorie rilasciate nell’ambiente con una produzione crescente soprattutto di CO2. Da qui l’effetto serra e le modifiche di temperature e clima che a loro volta sono responsabili dei cambiamenti climatici e dell’aumento delle medie stagionali ormai spesso e volentieri sopra la soglia di riferimento. Quindi il successivo sfumare delle stagioni, non più nette e distinguibili come una volta, a causa proprio di un ecosistema che sta perdendo via via che passano gli anni i propri connotati originari.

Per arginare l’attività umana, si è pensato a tassare le aziende che hanno un fatturato a 5 o 6 zeri. Tra questi, oltre ad aziende come Apple e simili, c’è da registrare come i siti di scommesse online registrano grandi guadagni e si è paventato, oltre alle restrizioni legislative già presenti, anche quello di avviare una sorta di eco tax. Per il momento, però, sono solo parole.

Cosa rischiamo con il cambiamento climatico?

Oltre ovviamente un innalzamento crescente delle medie stagionali, il cambiamento climatico generale potrebbe condurre nel giro di pochi anni a partire dall’epoca odierna modifiche sostanziali ed irreversibili dell’ecosistema. Ondate di calore che si alterneranno con maggiore frequenza a quelle glaciali, e nel mezzo siccità ed alluvioni. Una serie di eventi estremi davvero preoccupanti che incidono sull’esistenza umana e sul benessere fisico e psicologico dell’individuo. Infatti l’organismo mostra segni di cedimento e di difficile convivenza con un ambiente che non lo mette in condizione di adeguarsi a causa dei rapidi e repentini cambiamenti di temperatura e salubrità dell’aria. Da ciò deriva che l’aumento delle temperature accresce il rischio di mortalità, specie tra gli anziani e coloro che hanno già una carenza organica di base. Inoltre vi sono incidenze negative su produttività ed infrastrutture che risultano estremamente suscettibili ai cambiamenti. Condizioni generali che devono per tanto elevare la soglia di attenzione mondiale per prendere provvedimenti oggi in ottica di un domani migliore. Bisogna ricordarsi di essere ospiti di un pianeta e non proprietari; solo così si può predisporre l’avvenire ambientale delle future generazioni ad un’esperienza di vita godibile e non sacrificata. Ma a vedere come sta andare la COP28 sembra che queste siano parole al vento.

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