Medicina e innovazione: lo stetoscopio

Medicina e innovazione: lo stetoscopio

Strumento noto anche ai non addetti ai lavori, lo stetoscopio ha già superato i duecento anni ma è ancora uno degli strumenti simbolo della professione medica.

Dallo studio medico all’ospedale, fino alla classica borsa da dottore, questo piccolo e leggero strumento è presente, sempre e ovunque, e offre un aiuto indispensabile durante le visite, anche a domicilio o in situazioni di emergenza.

Chi si trova nella situazione di acquistare il suo primo stetoscopio, di sostituirne uno ormai vecchio e usurato o di acquistarne alcuni per rifornire una struttura sanitaria, deve valutare con attenzione la qualità del prodotto e decidere se puntare su un modello acustico o su uno elettronico.

Lo stetoscopio: dalla nascita ai più recenti sviluppi

Lo stetoscopio nasce agli inizi del XIX secolo in Francia, dove un medico, René-Théophile-Hyacinthe Laennec, secondo alcuni per migliorare l’auscultazione del cuore di un paziente obeso, secondo altri per non dover appoggiare l’orecchio direttamente sul torace di una giovane paziente, utilizzò un foglio di carta arrotolato, scoprendo di riuscire così ad amplificare il suono proveniente dalla cassa toracica, migliorando l’auscultazione.

Questa idea innovativa prese ben presto piede e portò numerosi altri medici ad adottare stratagemmi simili, creando semplici stetoscopi in legno, nonché a inventare dispositivi sempre più sofisticati.

È il 1851, ossia 25 anni dopo la scoperta di Laennec, quando Arthur Leared, un medico irlandese, realizza il primo prototipo di stetoscopio binaurale, mentre l’anno seguente George Camman ne migliorò forma e funzionamento, trasformandolo in uno strumento che venne utilizzato, quasi senza subire ulteriori modifiche, per un centinaio d’anni.

Da Littmann allo stetoscopio moderno

Un passo dopo l’altro, arriviamo al 1960, anno in cui lo stetoscopio incontra una nuova mente geniale, quella del dottor David Littmann, professore presso la Harvard Medical School, il quale riuscì a migliorare ulteriormente le prestazioni di questo strumento, rendendolo più preciso nel rilevamento acustico, ma anche più leggero e maneggevole. Una decina di anni dopo, il professore intervenne nuovamente, aggiungendo al dispositivo una membrana fluttuante che lo rese ancora più performante, consegnando il nome di Littmann alla storia.

Dopo Littmann, lo sviluppo dello stetoscopio non si è più fermato ed è stato migliorato sempre più anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie che hanno permesso di affiancare al classico stetoscopio acustico quello elettronico, il quale sfrutta la digitalizzazione dei suoni e, nei modelli più recenti, la tecnologia bluetooth che permette di inviare i dati allo smartphone o ad altro dispositivo.

Le caratteristiche essenziali dello stetoscopio

Lo stetoscopio è uno strumento simbolico per il medico e si presenta con una forma molto tipica, caratterizzata dalla presenza di una testina dotata di una o due membrane fluttuanti che, attraverso la vibrazione, permettono di auscultare i rumori che si producono all’interno del corpo umano. La testina è unita, tramite un tubo, all’archetto biauricolare dotato di capsule da inserire nell’orecchio.

Come scegliere lo stetoscopio

La scelta dello stetoscopio deve tenere conto in primo luogo dei materiali utilizzati per la fabbricazione, i quali determinano in modo considerevole il livello e la qualità dell’auscultazione; in secondo luogo, è preferibile scegliere un modello comodo e leggero, che non dia fastidio durante l’utilizzo. Molto importante poi valutare con attenzione la dimensione della testina, la quale deve essere adatta al paziente.

Per finire, si dovrà decidere se acquistare un modello acustico o uno elettronico e, in questo secondo caso, se puntare sulle tecnologie più avanzate, come quelle che sfruttano i sistemi smart per rendere l’auscultazione ancora più precisa e acquisire dati sullo smartphone.

 

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